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Palermo ha ospitato il Direttore Generale della Gendarmerie Francese, Gen. D'A. Rodriguez, che è stato accolto dal Comandante Generale dell'#ArmadeiCarabinieri Teo Luzi.
Il Generale Rodriguez ha visitato gli assetti dell'Arma impegnati nel contrasto a Cosa Nostra. In particolare con il #ROS vi è stato un approfondimento e confronto sull’evoluzione della criminalità organizzata di tipo mafioso e le sue propaggini in ambito internazionale.
Nell'incontro tra i due Comandanti si è parlato anche di #cybersecurity.
Il direttore generale della Gendarmeria francese Gen. Christian Rodriguez ha sottolineato:"conosciamo solo il 20 per cento di quello che avviene nel #cybercrime. I criminali del cybercrime sono molto duttili e dinamici, dobbiamo trovare il modo per potere rispondere adeguatamente. Il cybercrime non ha confini, è fondamentale lavorare in cooperazione con l'Italia per potere contrastare adeguatamente questi crimini. Tra i Carabinieri e la gendarmeria francese c'è una relazione quotidiana. Con degli scambi regolari". "Bisogna lavorare insieme per contrastare i gruppi criminali che operano in diverse zone del mondo- ha detto ancora Rodriguez - Per questo abbiamo una formazione condivisa con scambi regolari. E' fondamentale per cercare di contrastare questi fenomeni riuscire a gestire i Big Data".
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Il Generale Luzi ha sottolineato:"con la gendarmeria condividiamo i valori. L'unico grande limite è la lingua. Per il resto c'è grandissima intesa. Noi abbiamo mandato per la formazione una compagnia di marescialli in Francia e una compagnia di marescialli francesi è venuta in Italia. La stessa cosa la facciamo con la #guardiacivil spagnola e con la #gendarmeriaportoghese. C'è un network che di chiama #Fiep, un'associazione internazionale della gendarmerie a cui partecipano 21 paesi che si scambiano tra loro informazioni in modo constante. Quest'anno il presidente sono io e a ottobre cederò la guida alla Francia. Un modo anche per tessere delle visioni di lotta al crimine e assistenza alle rispettive popolazioni con questi apparati, che hanno molto in comune".
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#GendarmeriaNazionalefrancese

 

Un'operazione globale che ha coinvolto autorità di tutto il mondo, supportata da #Eurojust ed #Europol, ha portato a oltre 50 arresti e al sequestro di asset finanziari. Una piattaforma di comunicazioni crittografate è stata utilizzata per attività criminali come traffico di droga, omicidio, corruzione e riciclaggio di denaro. La robusta crittografia della piattaforma l'ha resa ideale per le reti criminali, con server situati in Francia, Svezia, Spagna e Paesi Bassi.

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La piattaforma si basava su un servizio completamente anonimizzato che utilizzava tre standard di crittografia, offrendo l'opzione di inviare un messaggio seguito da un codice specifico che comportava l'autodistruzione di tutti i messaggi sul telefono di destinazione. A causa dei numerosi server privati ​​in tutto il mondo, le agenzie governative o di terze parti hanno trovato difficoltà a tracciare tale tipo di comunicazione.

Presso Eurojust è stato istituito un team investigativo congiunto (#JIT #SIC) tra autorità di Francia e Stati Uniti, consentendo loro di scambiare informazioni e prove in tempo reale. Anche le autorità di Paesi Bassi, Svezia, Canada e Australia sono state coinvolte nelle indagini.

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Per facilitare le indagini sulle attività illegali che utilizzavano questa piattaforma di comunicazione, a marzo 2022 è stata istituita anche presso Europol una Taskforce operativa (#OTF) che ha coinvolto le autorità di polizia di Australia, Canada, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Svezia e Stati Uniti. È stato inoltre istituito un Centro operativo congiunto presso la sede centrale di Europol.

Le indagini sono culminate in giornate di azione congiunta in tutto il mondo con 38 sospettati arrestati in Australia, 11 in Irlanda, uno in Italia e uno in Canada. Finora sono state sequestrate armi, droga e oltre 1 milione di euro in contanti a livello globale. Sono previste ulteriori azioni man mano che le indagini procederanno.

La direttrice esecutiva di EUROPOL, Catherine De Bolle (foto sopra), ha dichiarato: “Abbiamo chiarito che, indipendentemente da quanto nascoste pensino di essere, le reti criminali non possono sfuggire al nostro sforzo collettivo. Le Forze dell’Ordine di 9 Paesi, insieme a EUROPOL hanno smantellato uno strumento che era una rete di salvataggio per il crimine organizzato grave”.

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#cybercrime

 

A Napoli il 14 agosto 2024, i Carabinieri hanno arrestato un noto falsario, smantellando il suo sofisticato negozio di stampa contraffatta e sequestrando quasi 3 milioni di euro di banconote contraffatte di alta qualità.
Collaborando a stretto contatto con la Polizia Nazionale Francese, gli esperti delle rispettive unità di contraffazione anti-valuta hanno rintracciato il criminale ritenuto responsabile della vendita di milioni di euro di banconote false.
#Europol ha sostenuto questa indagine, iniziata nel 2022 e da allora ha visto i contributi dell'intelligence di almeno 10 paesi che avevano segnalato sequestri dello stesso tipo di banconote false in euro.

Fino al giorno d'azione, le autorità di tutta Europa avevano sequestrato banconote contraffatte di varie denominazioni (per lo più 20, 50 e 100 euro) del valore di circa 950 000 EUR prima di entrare in circolazione, tutte tracciabili allo stesso produttore. Inoltre, si ritiene che il contraffattore arrestato sia responsabile di oltre il 27% di tutte le banconote false in euro scoperte e portate fuori circolazione solo nel 2023. Il valore nominale totale di queste banconote è stimato a circa 8 milioni di euro.

Laboratorio di stampa simile a Bunker in una residenza privata
Gli investigatori specializzati dell' #ArmadeiCarabinieri, con il supporto degli esperti di Europol, quando hanno fatto irruzione sulla nei locali oggetto di perquisizione, si sono imbattuti in una linea di produzione quasi industriale, contenente 31 macchine da stampa digitali e grandi quantità di materie prime utilizzate per la produzione di banconote false. Il criminale aveva creato un negozio in casa sua, nascondendo la fabbrica dietro il suo garage. Nascosto dietro un gabinetto, il falsario aveva costruito una parte mobile su rotaie, che gli ha permetteva di accedere al laboratorio di stampa tramite un sistema elettronico fatto in casa.

Le autorità ritengono che il falsario abbia fatto affidamento su diversi canali di distribuzione nazionali e transnazionali, quest'ultimo prevalentemente in Francia, per vendere le sue banconote contraffatte in denominazioni di 20, 50 e 100 euro. L'analisi degli esperti, inclusa una valutazione della Banca centrale europea, ha confermato che le caratteristiche di sicurezza contraffatte sulle banconote (come gli ologrammi) erano di alta qualità.
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La Rete internazionale anti-mafia @ON (ONNET) è un un progetto europeo, con cui la Commissione europea ha inteso agevolare lo sforzo delle diverse forze di polizia, degli Stati Membri e di quanti intendono associarsi, che devono confrontarsi con le organizzazioni mafiose, per loro stessa natura dal profilo internazionale e globalizzato.
Project leader è la nostra DIA (Direzione Investigativa Antimafia), il cui Direttore, il Generale di Corpo d'Armata della Guardia di Finanza Michele Carbone, a San Marino ha sottoscritto la Partnership Declaration, propedeutica all’ingresso dello Stato estero nella Rete @ON.
A siglare l’intesa, a Palazzo Begni, il Comandante della Gendarmeria Maurizio Faraone, il quale ha dichiarato che da oggi si rafforza la collaborazione tra i due Stati ed i relativi corpi di polizia nella lotta alla criminalità organizzata.
Durante il colloquio bilaterale tra la delegazione della DIA ed il Segretario degli Affari Esteri Luca Beccari sono state approfondite le caratteristiche del fenomeno delle infiltrazioni mafiose, che “nel tempo si è evoluto grazie alle nuove tecnologie, divenendo molto sofisticato e fuori dagli schemi; intercettare la minaccia è diventato sempre più complesso e per questo non si può più prescindere dalla cooperazione internazionale”, ha commentato il Segretario Beccari.
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#dia #SanMarino #ONNET #commissioneeuropea

 

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#Europol ha pubblicato la decima edizione dell'Internet Organized Crime Threat Assessment (#IOCTA), una valutazione approfondita dei principali sviluppi, cambiamenti e minacce emergenti nella criminalità informatica nell'ultimo anno.

Il rapporto evidenzia le tendenze rilevanti in ambiti criminali quali gli attacchi informatici, lo sfruttamento sessuale dei minori e le frodi online e nei pagamenti. Fornisce inoltre una panoramica di ciò che ci si può aspettare nel prossimo futuro, in particolare per quanto riguarda le nuove tecnologie, i sistemi di pagamento, l’intelligenza artificiale, le criptovalute e i contenuti illeciti online.

Le recenti operazioni delle forze dell'ordine hanno spinto i gruppi di ransomware a dividersi e rinominarsi sotto diversi travestimenti. Inoltre, le continue operazioni di rimozione di forum e mercati nel dark web hanno accorciato il ciclo di vita dei siti criminali. Questa instabilità, combinata con l’ondata di truffe esistenti, ha contribuito alla frammentazione e alla moltiplicazione delle minacce informatiche.

Nel 2023, milioni di vittime in tutta l’UE sono state attaccate e sfruttate online quotidianamente:

- I gruppi di ransomware prendono di mira sempre più le piccole e medie imprese perché hanno difese informatiche inferiori;
- Gli e-commerce e gli istituti bancari sono gli obiettivi preferiti degli attacchi di skimming digitale;
- Gli utenti continuano a cadere vittime di campagne di phishing, compromissione della posta elettronica aziendale, frodi in materia di investimenti;
- Il numero di casi di estorsione sessuale online nei confronti di minori vulnerabili è in aumento.

Le tattiche di estorsione su più livelli sono sempre più comuni in tutto lo spettro delle minacce della criminalità informatica, poiché i dati rubati corrono il rischio di essere pubblicati e messi all’asta, rendendo la rivittimizzazione una minaccia. In molti casi i delinquenti sembrano essere minorenni e alcuni hanno iniziato a sfruttare l’intelligenza artificiale, che sta già diventando un componente dei loro strumenti. Anche l’uso delle criptovalute in una più ampia varietà di aree criminali è diventato più evidente.

#Cybercrime assistito dall’intelligenza artificiale: cosa aspettarsi nel prossimo futuro?
La criminalità informatica assistita dall’intelligenza artificiale è appena iniziata: il materiale pedopornografico assistito dall’intelligenza artificiale (CSAM) rappresenta una minaccia preoccupante che richiederà un attento monitoraggio. I casi di materiale pedopornografico completamente artificiale e alterato dall'intelligenza artificiale porranno sfide crescenti alle indagini delle forze dell'ordine, non solo in termini di volume di materiale pedopornografico in circolazione, ma anche per la capacità degli investigatori di identificare la vera identità delle vittime e degli autori del reato.

Abuso di tecnologie: le piattaforme di comunicazione tradizionali con crittografia end-to-end (E2EE) sono sempre più utilizzate dai trasgressori. L’attuale quadro normativo per la protezione delle comunicazioni personali tramite E2EE crea sfide digitali per l’accesso legale alle comunicazioni criminali da parte delle autorità di contrasto.

Il futuro delle minacce crittografiche: l’uso delle criptovalute in diversi ambiti della criminalità è diventato più evidente. Diversi sviluppi nel mercato delle criptovalute sono destinati ad avere un impatto significativo sull’abuso delle criptovalute da parte dei criminali nel prossimo futuro. I truffatori potrebbero abusare della crescita degli Exchange Traded Funds (ETF) legati alle criptovalute.

Sfide digitali: le forze dell’ordine devono stare al passo
Per affrontare le principali minacce evidenziate nell’IOCTA 2024 in modo rapido ed efficace, le forze dell’ordine hanno bisogno delle giuste conoscenze, degli strumenti e della legislazione in vigore. Man mano che i criminali si adattano, anche le forze dell’ordine e i legislatori devono innovarsi per restare al passo e cercare di trarre vantaggio dalle tecnologie nuove e in via di sviluppo. Ciò a sua volta richiede una formazione per produrre le capacità specializzate necessarie per indagare su crimini informatici tecnicamente impegnativi o complessi, come quelli che coinvolgono l’abuso di criptovalute o il dark web.

A questo riguardo, il Centro europeo per la criminalità informatica (#EC3) presso Europol è il primo punto di riferimento per gli investigatori sulla criminalità informatica.

 

Investigatori di 25 paesi nella lotta contro i criminali che sfruttano il patrimonio culturale dell’umanità

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L’ottava edizione dell’operazione contro il traffico internazionale di opere d’arte, nome in codice “Pandora”, ha visto il coinvolgimento delle autorità doganali e di polizia di 25 paesi. Guidata dalla Spagna (Guardia Civil), con il sostegno di Europol e INTERPOL, l'operazione ha portato complessivamente all'arresto di 85 persone e al recupero di oltre 6 400 beni culturali.
Durante Pandora VIII sono stati effettuati diverse migliaia di controlli in aeroporti, porti e valichi di frontiera, nonché in case d'asta, musei e residenze private. Le forze dell'ordine hanno inoltre “pattugliato” il web ed effettuato oltre 6mila controlli online, che hanno portato al recupero di 580 beni rubati. Nei paesi coinvolti sono ancora in corso circa 113 procedimenti penali e 137 amministrativi, con la previsione di ulteriori arresti e sequestri.

Punti salienti operativi
Con riguardo alla sola Italia, Pandora VIII ha portato al recupero dei seguenti manufatti rubati:
- Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (#TPC) è riuscito a identificare e successivamente sequestrare un dipinto contemporaneo venduto online. Se autenticato, il dipinto avrebbe un valore di circa 150.000 euro. Durante la perquisizione gli agenti hanno rinvenuto anche diversi oggetti contraffatti.
- In un'indagine separata, i Carabinieri hanno sequestrato oltre 2.000 frammenti di manufatti ceramici e litici come punte di freccia e punte di lancia. Gli oggetti antichi risalenti al Neolitico e all'età del bronzo erano stati messi in vendita online.

Cooperazione internazionale tra paesi e agenzie
In qualità di co-leader di questa operazione, #Europol ha svolto un ruolo chiave facilitando lo scambio di informazioni e fornendo supporto analitico e operativo alle singole indagini nazionali.
L' #INTERPOL ha sostenuto #PandoraVIII facilitando lo scambio di informazioni tra i paesi partecipanti, in particolare con i paesi dei Balcani. Un funzionario dedicato è stato inoltre disponibile durante tutta l’operazione al fine di verificare i sequestri in prima linea rispetto al database delle opere d’arte rubate dell’INTERPOL e supportare gli agenti sul campo nell’uso dell’app #ID-Art.
L’operazione Pandora, lanciata per la prima volta nel 2016, è un’operazione annuale delle forze dell’ordine.

Paesi partecipanti:
Albania, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Serbia, Svezia, Ucraina, Regno Unito

#Armadeicarabinieri

 

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#Europol ha sostenuto due importanti operazioni contro il traffico di pesticidi illegali nell' #UE. La prima indagine ha preso di mira un'azienda importatrice di pesticidi contraffatti dalla Cina, replicando i prodotti di una nota multinazionale. L’indagine ha coinvolto il Nucleo Antisofisticazione e Sanità dell’ #ArmadeiCarabinieri (#NAS)) di Padova, la Polizia Nazionale rumena (#PolițiaRomână)) ed #Eurojust. Ne abbiamo parlato qui: poliverso.org/display/0477a01e…

In un'altra indagine contro i pesticidi illegali, la Guardia civile spagnola (#GuardiaCivil)) e la Guardia nazionale repubblicana portoghese (#GuardaNacionalRepublicana)) hanno preso di mira un'azienda spagnola che importava illegalmente pesticidi portoghesi vietati in Spagna con la scusa di false denominazioni dei prodotti.
I pesticidi contraffatti vengono venduti in gran parte sul mercato nero. Sono più economici dei prodotti originali, ma comunque efficaci. Tuttavia, il loro impatto negativo sull’ambiente è grave e spesso sottovalutato dai consumatori.

Pesticidi falsi economici ma tossici ritirati dal mercato nero
Nel gennaio 2022, a seguito di un'ispezione nell'ambito dell'operazione Silver Axe, i Carabinieri italiani del NAS di Padova hanno rinvenuto pesticidi contraffatti importati dalla Cina. I pesticidi contraffatti erano repliche dei prodotti autentici, ma contenevano quantità maggiori del principio attivo lambda-cialotrina.

La richiesta di questi pesticidi contraffatti sul mercato nero era molto elevata, poiché venivano venduti a un prezzo notevolmente inferiore rispetto ai prodotti autentici. La rete criminale operante sia in Italia che in Romania importava illegalmente prodotti contraffatti o vietati dalla Cina e da Singapore, vendendoli come fertilizzanti e pesticidi bio o organici, utilizzando etichette false. Le sostanze sono state tutte vietate nell'Unione Europea a causa del loro elevato livello di tossicità.

L'indagine ha recentemente portato a due giornate di azione in Italia e Romania. Nel corso delle irruzioni, le autorità nazionali hanno arrestato un sospettato, perquisito dieci luoghi e raccolto prove di frode, falsificazione ed evasione fiscale su vasta scala. Queste azioni sono state eseguite nell’ambito di una squadra investigativa comune #sic, istituita da Eurojust per facilitare la cooperazione giudiziaria tra le autorità. Europol ha facilitato lo scambio di informazioni e la cooperazione operativa, portando allo sviluppo di ulteriori piste investigative.

Azione contro i pesticidi vietati che avvelenano le riserve naturali in Spagna
In un'altra indagine, Europol ha aiutato le autorità spagnole e portoghesi a prendere di mira un'azienda spagnola che acquistava pesticidi portoghesi vietati in Spagna. Dalle indagini successive è emerso che i sospettati avevano importato oltre 12 tonnellate di sostanze tossiche vietate in Spagna, molte delle quali erano vietate anche in tutta l'UE, con un potenziale fatturato illegale fino a 7 milioni di euro. I test di laboratorio hanno infatti rivelato le sostanze illegali contenute nei falsi pesticidi, una delle quali era il #Chlorpyrifos, un insetticida organofosforico vietato nell’Unione Europea dal 2020.

I pesticidi vietati sono stati utilizzati in diverse strutture agricole, alcune delle quali erano situate in aree protette, come il Parco Nazionale di Doñana. Questo parco nazionale è uno dei più importanti della Spagna. L’uso illegale di pesticidi rappresentava una minaccia significativa per l’habitat di questo parco, le zone umide e le riserve idriche sotterranee.

 

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A Rio de Janeiro si è recentemente svolto il corso “I Caschi Blu della Cultura. Il Patrimonio Culturale in caso di catastrofe: rischi e interventi di sicurezza””. La giornata conclusiva si è tenuta il 2 luglio al Paço Imperial (Palazzo Imperial).

I "caschi blu della cultura" sono una idea italiana, sviluppatasi sin dal 2016 nell’ambito della campagna #Unite4Heritage. Il governo italiano e l’Unesco siglarono un memorandum d’intesa per la creazione di una task force di sessanta unità, composta da carabinieri, storici dell’arte, studiosi e restauratori, pronti a intervenire per salvaguardare il patrimonio culturale in zone di crisi. Con Decreto firmato il 31 marzo 2022 dal Ministro della Cultura pro–tempore Franceschini fu perfezionata la Task Force, formalmente denominata “Caschi Blu della Cultura”, unità operativa concepita per intervenire in aree colpite da emergenze, quali calamità o crisi prodotte dall’uomo, in una cornice di sicurezza, al fine di: – salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali; – contrastare il traffico internazionale di beni culturali illecitamente sottratti; – supportare l’Autorità dei Paesi esteri richiedenti, nella predisposizione di misure atte a limitare i rischi che situazioni di crisi o emergenziali potrebbero arrecare al patrimonio culturale di quella Nazione. L' #Armadeicarabinieri – con personale tratto dal Comando Tutela Patrimonio Culturale (#TPC) assegnato al Ministero della Cultura – hanno la gestione operativa–logistica delle missioni.

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Tornando al corso in Brasile, questo è stato realizzato dall’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana (#IILA), con il finanziamento della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (#MAECI), in collaborazione con il Ministero della Cultura italiano (#MIC), il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e, da parte brasiliana, con il Ministério das Relações Exteriores, Ministerio da Cultura, Centro Lucio Costa, IPHAN – Instituto do Patrimônio Histórico e Artístico Nacional, SBM – Sistema Brasiliero de Museus, IBRAM – Instituto Brasileiro de Museus, Instituto Guimarães Rosa, #PoliciaFederal e #INTERPOL Brasil. Hanno partecipato 55 funzionari pubblici latinoamericani, provenienti da forze di polizia, forze armate, protezione civile e vigile del fuoco, Ministero della Cultura oltre a restauratori e conservatori di beni culturali, per formare di una task force italo-latinoamericana per la protezione del patrimonio culturale

Tra gli altri intervenuti alla giornata finale il Generale D. Francesco Gargaro, Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale; Paolo Iannelli, Rappresentante del MIC – Caschi Blu della Cultura; Marcos Moreira Nizio, Capo del Settore Protezione del Patrimonio storico e culturale della Polizia Federale brasiliana.

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Il Generale Gargaro (foto sopra) ha dichiarato nella circostanza:“Il corso che oggi si conclude è stato concepito per dotarvi degli strumenti necessari per affrontare queste sfide. Attraverso questo confronto tra diverse esperienze si sono volute trasmettere competenze tecniche e operative che permetteranno di intervenire sempre più efficacemente in situazioni di emergenza. Avete imparato l’importanza dell’identificazione e catalogazione dei beni culturali anche in situazioni emergenziali, della collaborare con le comunità locali e con le diverse istituzioni in contesti complessi. In un’epoca in cui i conflitti, crisi e catastrofi naturali minacciano di cancellare la memoria storica e culturale dei popoli, l’importanza del nostro lavoro non può essere sottovalutata. La distruzione di beni culturali non è solo una perdita per le comunità direttamente coinvolte, ma per tutta l’umanità.
È la cancellazione della nostra storia condivisa, delle nostre identità e dei valori che ci uniscono come esseri umani”.

La missione addestrativa, tenuta dal 24 giugno al 2 luglio 2024 da esperti italiani del Ministero della Cultura e del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale, ha voluto trasmettere ai paesi partecipanti quali Brasile, Cile, Colombia e Paraguay il modello italiano di tutela del patrimonio culturale attraverso sessioni teoriche ed esercitazioni pratiche, tra cui la simulazione di una inondazione e un focus rivolto alla sicurezza di beni archivistici e librari in ragione delle esigenze di tutela del territorio ospitante.

Durante la consegna dei diplomi, la Segretaria Generale dell'Organizzazione internazionale italo-latino americana Cavallari, nel ringraziare tutte le istituzioni partners che hanno reso possibile il successo del corso, ha sottolineato che l’obiettivo principale dell’IILA è proprio quello di stimolare la reciproca conoscenza e integrazione fra i paesi membri. Il programma addestrativo di quest’anno, come quello realizzato nel giugno 2023 a Città del Messico con la partecipazione di esperti di Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Perù e Repubblica Dominicana, ha conseguito l’obiettivo di promuovere la condivisione di esperienze e buone pratiche per la possibile creazione di Caschi Blu della Cultura in Brasile, Colombia, Cile e Paraguay.

Importante infine sottolineare come la partecipazione dei carabinieri esalta il loro ruolo nella difesa a livello internazionale del patrimonio culturale italiano e mondiale: ruolo che l’Arma svolge nella protezione dei beni culturali da più di cinque decenni .

 

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Anche la #PoliziadiStato italiana (a mezzo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica) ha partecipato al Referral Action Day di #Europol mirato ad identificare e combattere i contenuti antisemiti online (a sua volta mediante l'Unità europea per le segnalazioni su Internet denominata EU IRU - Internet Referral Unit - che rileva e indaga sui contenuti dannosi presenti su Internet e nei social media).

Si è trattato di una operazione coordinata, guidata dalle autorità di Svizzera e Regno Unito, svoltasi il 27 giugno scorso, che ha coinvolto le forze dell'ordine di 18 paesi (leggi nora a conclusione), che hanno lavorato in tandem come cennato all'Unità EU IRU di Europol e i principali fornitori di servizi online.

Il Referral Action Day ha preso di mira un'ampia gamma di contenuti antisemiti, tra cui incitamento all'odio, negazione dell'Olocausto e glorificazione della violenza contro la comunità ebraica. L'obiettivo principale era rimuovere i contenuti illegali e garantire che le piattaforme online aderissero alle normative europee in materia di incitamento all'odio e discriminazione.

In totale, sono stati identificati e segnalati circa 2.000 contenuti antisemiti ai fornitori di servizi online per la rimozione.

Il focus del Referral Action Day nasce dall'aumento di un antisemitismo diffuso, giustificato e coltivato nelle sfere jihadiste e nei gruppi estremisti di destra e di sinistra online. Questo contenuto antisemita viene diffuso anche da individui non affiliati su varie piattaforme online. A quanto è risultato la ondata di discorsi d'odio è stata innescata dall'attacco del 7 ottobre dell'organizzazione terroristica Hamas contro Israele e dalla successiva risposta militare israeliana.

Le National Internet Referral Unit e le unità di polizia specializzate dei seguenti paesi hanno preso parte a questo Referral Action Day: Albania, Austria, Bosnia-Erzegovina, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda,Italia, Lituania, Malta, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera, Ucraina e Regno Unito.
#EUIRU

 

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In Abruzzo di un’organizzazione criminale (svincolata da contesti di criminalità organizzata di tipo mafioso) formata da cittadini italiani, spagnoli, argentini e colombiani, era dedita al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti del tipo hashish e cocaina.

Le sostanze stupefacenti, approvvigionate in Spagna da alcuni indagati residenti nel Paese iberico, venivano trasportate, via gomma, in Italia da corrieri che lo occultavano all’interno di autotreni nella disponibilità dell’organizzazione, per poi essere stoccati in Abruzzo a favore delle piazze di spaccio abruzzesi e marchigiane.

Il sodalizio criminale con vertice, uomini di fiducia e sodali sul territorio nazionale ed estero, poteva contare su punti di riferimento in Spagna e Germania.
Gli inquirenti, durante il lungo periodo d’indagine, hanno posto in essere diversi sequestri, per un totale di circa 100 chili di hashish e 1 chilo di cocaina, riuscendo a ricostruire i vari ruoli degli associati.

Oltre 12 arresti e 2 ulteriori misure cautelari, sono state eseguite diverse perquisizioni nei confronti di altri indagati, residenti in Spagna.

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Ad operare sono stati i I Carabinieri del #ROS, che hanno avuto la collaborazione dei militari dei Comandi provinciali di Teramo, Pescara, Fermo, Ascoli Piceno, Brescia e Perugia, e in coordinamento con il #Landeskriminalamt del Nord Reno – Westfalia (Germania), l’Udyco Central della #PoliciaNacional (Spagna), la Police Judiciaire Fédérale di Mons (Belgio) e il Dipartimento Anti-Narcotici della Polizia Nazionale dell’Ucraina, hanno eseguito 14 misure cautelari (10 in carcere, 2 agli arresti domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla Polizia Giudiziaria) – emesse dai GIP dei Tribunale de L’Aquila e Teramo, su richiesta rispettivamente della Direzione Distettuale Antimafia de L’Aquila e della Procura Ordinaria di Teramo.

Tutte le persone interessate dal provvedimento sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e alla produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope (artt. 74 e 73 D.P.R. 309/1990).

L’attività investigativa, avviata nel dicembre 2021 dalla Sezione del ROS de L’Aquila e condotta con numerose e impegnative attività tecniche e dinamiche, è stata sviluppata in coordinamento con la #DCSA (Direzione Centrale per I Servizi Antidroga) anche attraverso la collaborazione di #EUROJUST e #EUROPOL, nonché col supporto della Rete @ON, a guida italiana della #DIA (Direzione Investigativa Antimafia), finanziata dalla Commissione UE.

#rete@ON #PoliceJudiciaireFédérale #НаціональнаполіціяУкраїни

 

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Un articolo apparso sul New York Times (Camicie nere e bandiere vietate: gli ultras spingono la politica a Euro 2024; nytimes.com/2024/06/26/world/e…) sui gruppi di tifosi ultras politicizzati presenti ai Campionati Europei di calcio in corso in Germania, ci fornisce l’occasione di illustrare aspetti di collaborazione tra forze di polizia in manifestazioni sportive, come quella che si sta disputando in vari stadi di calcio in città tedesche.
Come è evidente particolare rilevanza assume il coordinamento tra Forze di polizia di Stati diversi allorquando sono organizzate manifestazioni sportive che per loro caratteristiche richiamano nel luogo di svolgimento, suoi immediati dintorni e vie che a questi adducono, appassionati e supporters da varie Nazioni.
A riguardo nel 2021 l'Organizzazione delle Nazioni Unite (#ONU) ha rilasciato la Guide on the Security of Major Sporting Events: Promoting Sustainable Security and Legacies.
Nella Guida si legge che la cooperazione e la sensibilizzazione internazionali garantiscono una consultazione regolare tra i servizi nazionali di intelligence e sicurezza e i partner internazionali, compresi i Paesi con gruppi di tifosi. La condivisione delle informazioni supporta la collaborazione delle parti interessate stabilendo piattaforme sicure e conformi per la condivisione dei dati e piattaforme specifiche per eventi per la raccolta e l'analisi delle informazioni sulla sicurezza. I canali sicuri offerti dalle forze dell'ordine internazionali e regionali vengono utilizzati per scambiare informazioni operative con altri paesi.
L’esempio più classico che sovviene è quello di competizioni calcistiche che vedano affrontarsi sia compagini rappresentanti le varie Nazioni (campionati mondiali, continentali, eccetera) sia squadre così dette di club (in Europa si pensi alla Champions’ League e manifestazioni similari). Inoltre, accade che la partita finale di tornei internazionali venga ospitata da uno Stato “terzo”, che dovrà sobbarcarsi nel proprio territorio il controllo dei tifosi affluenti.

L’esempio calcistico non è scelto a caso: è in quel contesto che è nato e si è sviluppato il fenomeno sociale dell’hooliganismo, il cui apice più tragico è la così detta “strage dell'Heysel”, occorsa il 29 maggio 1985, poco prima dell'inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, in cui morirono 39 persone (di cui 32 italiane), e ne rimasero ferite oltre 600. Il tragico evento è imputabile ai tifosi inglesi più accesi, che cominciarono a spingersi verso il settore occupato dai tifosi italiani non organizzati, sfondando le reti divisorie e costringendoli ad arretrare sino ad un muro di contenimento, tanto che alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore adiacente, altri ancora si ferirono contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso e numerose persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco.
Secondo il Cambridge Dictionary hooligan è “una persona violenta che combatte o provoca danni in luoghi pubblici”, e l’hooliganismo è la manifestazione di questo comportamento. In Inghilterra nell’aprile 1894, fu processato il diciannovenne Charles Clarke per l’aggressione a un agente di polizia. Il quotidiano londinese Daily News descrisse l’imputato come “il capo di una banda di giovani nota con il nome Hooligan Boys”. Nel 1886 a seguito di una rissa tra i sostenitori della squadra di football del Preston contro i rivali del Queens Park era stato sciaguratamente inaugurato il football hooliganism inteso come la violenza competitiva e reciproca tra gruppi diversi di sostenitori organizzati delle compagini calcistiche, con scazzottate e violenze prevalentemente contro arbitri e giocatori.
Se in occasione dell’incontro di calcio Liverpool–Juventus del 29 maggio 1985 gli hooligans furono gli esecutori materiali, le autorità sportive locali ed europee non furono esenti da colpe per la discutibile scelta dell’impianto e la gestione complessiva dell’ordine pubblico.
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Per comprendere la portata del fenomeno basti pensare a quanto poi avvenne nel 2016 nel corso dei Campionati europei di calcio ospitati dalla Francia, allorquando emerse che a capo dei supporters a seguito della squadra della Russia vi era Alexander Shpryginm, figlio di un leader storico dell'estrema destra e teorizzatore della fusione tra calcio e politica: “i tifosi sono un potente strumento di forza del potere. Lo Stato ha da tempo capito che quelle dei tifosi sono le associazioni più di massa e più patriottiche” e propugnatore di quello che viene definito “hooliganismo militare”, poiché gli hooligans russi sono indicati come partecipanti alla prima fase del conflitto del Donbass (regione, come noto, contesa dalla Russia all’Ucraina mediante un conflitto armato).

L’episodio dell’Heysel tra le altre conseguenze ebbe quello di far scaturire la “Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive, segnatamente nelle partite di calcio”, redatta sotto l'egida del Consiglio d'Europa, firmata a Strasburgo il 19 agosto 1985, ratificata da 42 Paesi, tra i quali l’Italia, ove è entrata in vigore il 1° gennaio 1986.
La Convenzione prevede in particolare, per quanto qui ci interessa, di “facilitare una stretta cooperazione e uno scambio di informazioni appropriate tra le forze di polizia delle varie località interessate o che potrebbero esserlo” nonché “promuovere l’organizzazione responsabile e il comportamento corretto dei club di tifosi e la nomina al loro interno di agenti incaricati di facilitare il controllo e l’informazione degli spettatori durante le partite e di accompagnare i gruppi di tifosi che si recano alle partite in trasferta”.
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Inoltre, sempre nell’ambito di Convenzioni del Consiglio d’Europa, l’Italia è firmataria di quella più recente relativa a “un approccio integrato in materia di sicurezza fisica, sicurezza pubblica e servizi in occasione di incontri calcistici e di altre manifestazioni sportive” (ratificata il 18 novembre 2020 ed entrata in vigore il 1° gennaio 2021). La Convenzione si basa su tre pilastri (o tre “S”): quello della sicurezza fisica, quello riferito alla sicurezza pubblica e l’ultimo ai servizi. Come si legge nella sintesi rilasciata in lingua italiana : “la nozione di sicurezza fisica comprende tutte le misure volte a garantire la salute e il benessere delle persone e a tutelare la loro incolumità in occasione di eventi sportivi. Tali misure riguardano le infrastrutture e l’omologazione degli stadi, i piani di emergenza o le disposizioni relative al consumo di alcool. Proteggono inoltre gli spettatori nel loro tragitto verso lo stadio e nei luoghi pubblici di proiezione degli eventi al di fuori degli stadi. La nozione di sicurezza pubblica comprende tutte le misure tese a prevenire, impedire e sanzionare qualsiasi atto violento o altri disordini in occasione di partite di calcio o di altre manifestazioni sportive, all’interno o al di fuori dello stadio. Includono in particolare la valutazione del rischio, la cooperazione tra le forze di polizia e altri enti competenti e l’imposizione di sanzioni. Infine, la nozione di servizi comprende tutte le misure destinate a rendere gli incontri calcistici e le altre manifestazioni sportive piacevoli e accoglienti per tutti, all’interno degli stadi, nonché a far sentire a proprio agio e benvenuti gli spettatori e i tifosi negli spazi pubblici in cui si riuniscono prima, durante e dopo le partite”.
In particolare, l’articolo 11 è dedicato alla cooperazione internazionale. L’articolo istituisce un Punto nazionale d’informazione sul calcio (PNIC), che rappresenta “una fonte nazionale di conoscenze riguardanti le operazioni di polizia correlate a incontri calcistici, le dinamiche dei tifosi e i rischi derivanti per la sicurezza fisica e la sicurezza pubblica”.

Il Consiglio dell’Unione Europea, che come ben sappiamo è organo decisionale essenziale dell'UE, nel 2016 ha adottato la Risoluzione concernente un manuale aggiornato di raccomandazioni per la cooperazione internazionale tra forze di polizia e misure per prevenire e combattere la violenza e i disordini in occasione delle partite di calcio di dimensione internazionale alle quali è interessato almeno uno Stato membro («manuale UE per il settore calcistico») , mediante la quale chiede agli Stati membri di continuare a rafforzare ulteriormente la cooperazione tra forze di polizia per quanto riguarda le partite di calcio (e, se del caso, altri eventi sportivi) di dimensione internazionale; a tal fine, il manuale aggiornato, che fornisce esempi di metodi di lavoro fortemente raccomandati, si chiede che sia messo a disposizione e adottato dalle autorità di contrasto coinvolte nella tutela dell'ordine pubblico in occasione di partite di calcio di dimensione internazionale.
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In Italia sin dal 1995 presso Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza è stato istituito l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, presieduto dal Direttore dell’Ufficio Ordine Pubblico, con funzioni di monitoraggio ed analisi di ogni singolo incontro e di indirizzo per le Amministrazioni e gli Enti territoriali. Strumento normativo a disposizione è la Legge 13 dicembre 1989, n. 401 recante “Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestine e tutela della correttezza nello svolgimento di competizioni agonistiche”, nel tempo aggiornata ed opportunamente integrata.
Il 30 aprile 2002 nell’ambito dell’Ufficio Ordine Pubblico del Dipartimento fu istituito il Centro Nazionale di Informazione sulle Manifestazioni Sportive, che centralizza la raccolta e l’analisi dei dati sul fenomeno della violenza in occasione di manifestazioni sportive a livello nazionale e si inserisce nella rete europea di Cooperazione Internazionale di Polizia per il contrasto dell’hooliganismo.
Con riguardo da ultimo al Campionato di calcio in corso in Germania, piace sottolineare l’iniziativa italiana del “Consolato mobile”, ovvero una postazione consolare itinerante, allestita su un Ufficio mobile della #PoliziadiStato. Si è spostato nelle città della Germania per fornire assistenza agli italiani che seguono la Nazionale. È nato dalla collaborazione tra #Farnesina e #PoliziadiStato, in accordo naturalmente con la Polizia tedesca ospitante.

#ordinepubblico #europeidicalcio # l’OsservatorioNazionalesulleManifestazioniSportive

 

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Il quarto vertice dei capi di polizia delle Nazioni Unite (UNCOPS 2024) ha riunito ministri, capi di polizia e alti rappresentanti delle organizzazioni di polizia regionali e professionali presso la sede delle Nazioni Unite a New York, dal 26 al 27 giugno, per confermare l'impegno nel rafforzamento della pace, sicurezza e sviluppo a livello internazionale per tutti, attraverso il ruolo abilitante di ciascuna polizia nazionale e delle Nazioni Unite.

In particolare, le discussioni si sono concentrate sull'identificazione di approcci e pratiche per:

rendere operativo il ruolo della Divisione di polizia delle Nazioni Unite, come fornitore di servizi a livello di sistema e punto focale per le attività di polizia delle Nazioni Unite e altre questioni di applicazione della legge;
rafforzare gli sforzi in corso per migliorare le prestazioni della polizia delle Nazioni Unite rafforzandone le capacità, compreso il lancio del patto volontario per il progresso della parità di genere all'interno della polizia delle Nazioni Unite;
integrare le priorità di polizia delle Nazioni Unite nei processi, nelle discussioni e nei forum internazionali relativi alla pace e alla sicurezza.

#UNCOPS2024 ha offerto un'opportunità unica peri dirigenti di polizia di tutto il mondo e la leadership delle Nazioni Unite di impegnarsi in discussioni su come la polizia delle Nazioni Unite e la polizia nazionalesi rafforzano reciprocamente nell'affrontare le sfide attuali ed emergenti alla sicurezza globale, comprese le crisi e gli incidenti naturali e provocati dall'uomo .

I leader di polizia rientrano nelle loro nazioni con una maggiore comprensione di come le competenze, le conoscenze e l'esperienza acquisite dai loro ufficiali nazionali di ritorno dal servizio delle Nazioni Unite avvantaggiano i loro stessi servizi di polizia e le popolazioni.

La vera missione dell'UNPOL è quella di 'rafforzare la pace e la sicurezza internazionale sostenendo gli Stati membri nelle situazioni di conflitto, post-conflitto e in altre situazioni di crisi', il tutto stando in prima linea nel prevenire e affrontare le minacce internazionali che le comunità globali si trovano ad affrontare, inclusi conflitti geopolitici, catastrofi climatiche, crisi globali. sfiducia e il lato oscuro della tecnologia.

Durante la sessione di apertura del vertice, il Segretario Generale per le Operazioni di Pace, Jean-Pierre Lacroix, ha affermato che le sfide dell’UNPOL sono “più grandi che mai” e multidimensionali.
"Il nostro personale sul campo, compreso l' #UNPOL, si trova ad affrontare minacce su molti fronti da parte di terroristi, criminali organizzati transnazionali, gruppi armati e criminali informatici", ha affermato la Sig. Ha detto Lacroix. “Le nostre operazioni di pace stanno anche affrontando crescenti sfide legate all’incitamento all’odio, alla disinformazione e alla disinformazione, che sono sempre più utilizzate come armi di guerra”.
Lacroix ha affermato che la polizia delle Nazioni Unite sta lavorando per promuovere soluzioni politiche e sostenere la pace, descrivendo in dettaglio come gli agenti hanno assistito la polizia nazionale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) con la formazione sulla raccolta di informazioni e sulla gestione dell'ordine pubblico durante un'operazione di processo elettorale nazionale.
Ha anche menzionato l'implementazione di progetti nella RDC e nel Sud Sudan che hanno portato benefici alle donne militari e di polizia nelle missioni di mantenimento della pace, migliorando i loro alloggi e costruendo aree ricreative.
Inoltre, ha osservato che l'UNPOL sta facendo bene nel ridurre la parità di genere ai livelli senior, ma ha incoraggiato i partecipanti a presentare più donne per i ruoli senior.
"Come parte della nuova agenda per la pace del Segretario Generale, dobbiamo continuare a rafforzare il multilateralismo delle reti affrontando le sfide che ho appena menzionato: non è qualcosa che le Nazioni Unite, un singolo paese come un unico pezzo, possono fare da sole", ha affermato Lacroix.

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Al Vertice l'Italia ha confermato il pieno impegno dei Carabinieri nel garantire sicurezza e prosperità. Ha sottolineato la vocazione dei Carabinieri alla costruzione di capacità attraverso le sue missioni internazionali e i centri di formazione, come il Centro Internazionale di Eccellenza per la Protezione dell'Ambiente a Sabaudia ed il CoESPU a Vicenza.

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#Armadeicarabinieri #COESPU #CENTROINTERNAZIONALEECCELLENZAPROTEZIONEAMBIENTESABAUDIA

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