Lavoratori Tech

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Comunità dedicata alla discussione di temi inerenti al lavoro, alle sue problematiche e all'organizzazione dei lavoratori.

founded 2 years ago
MODERATORS
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I porti svedesi minacciano di impedire alle Tesla di entrare nel Paese

Tesla non rispetta le regole del lavoro svedesi, sostengono i sindacati. Ora lo sciopero iniziato con i meccanici comincia a diffondersi

@lavoro

https://www.wired.com/story/tesla-sweden-strike/

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Il mese scorso, Alex ha scritto che i licenziamenti tecnologici erano praticamente una cosa del passato . Non avresti dovuto dirlo, amico, hai portato sfortuna.

Nonostante i segnali di ripresa economica e le previsioni di evitare una recessione, le aziende tecnologiche continuano a licenziare i dipendenti. A ottobre, Nokia ha annunciato che avrebbe licenziato 14.000 dipendenti dopo un trimestre che ha visto i profitti crollare del 69%, e anche altre importanti aziende tecnologiche come Qualcomm, Qualtrics e LinkedIn hanno annunciato licenziamenti significativi. Gli esperti suggeriscono che, sebbene l’economia sia in miglioramento, il processo di ripresa è lento, portando molte aziende a prepararsi per un periodo più lungo di stagnazione economica. Inoltre, uno spostamento della mentalità degli investitori dalla crescita all’efficienza ha portato a misure di riduzione dei costi, compresi i licenziamenti. Queste tendenze, combinate con budget di acquisto più ristretti e cicli di vendita più lenti, potrebbero continuare a influenzare il settore tecnologico nel 2024. Ron ha tutte le informazioni su TC+ in “ Cosa c'è dietro il nuovo ciclo di licenziamenti tecnologici? "

Product Hunt taglia il personale: Product Hunt, un sito di scoperta per startup, app e strumenti tecnologici, ha licenziato circa il 60% del suo team , compresi i ruoli nella progettazione, nel prodotto e nelle vendite. I tagli sono stati effettuati per “ragioni strategiche”, riferisce Sarah.

Lo stack trabocca: Stack Overflow, un sito di comunità di sviluppatori di proprietà di Prosus, ha annunciato una riduzione del 28% della sua forza lavoro come parte della sua spinta verso la redditività. L’azienda non ha rivelato il numero esatto dei dipendenti interessati. Sembra che l'intelligenza artificiale possa essere il colpevole , scrive Ivan.

Non perdere la nostra guida completa: l'industria tecnologica ha subito un duro colpo nel 2023, con perdite di posti di lavoro superiori a 240.000, un aumento del 50% rispetto all'anno precedente. I principali giganti della tecnologia come Google, Amazon, Microsoft, Yahoo, Meta e Zoom, insieme a numerose startup, hanno annunciato significative riduzioni della forza lavoro. Abbiamo la nostra guida completa qui.

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Glovo traccia i rider anche fuori dall’orario di lavoro: il video con Claudio Agosti, Joanna Bronowicka e Aida Ponce Del Castillo

AI Talks ETUI è una serie di conversazioni (online) stimolanti incentrate sulle diverse dimensioni dell'intelligenza artificiale - etica, sociale, ambientale, legale, tecnologica - e sul loro impatto sul mondo del lavoro

@lavoro

https://www.youtube.com/watch?v=GStSL6pT_38

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Come si organizzano i tech worker? - Presentazione Tech Workers Coalition Roma il 28 ottobre, 16:30 - 19:30 alla Casa del Parco a Roma

Il 28 Ottobre alle 16.30 alla Casa del Parco in Caffarella sarà presentata Tech Workers Coalition (TWC) Roma, sezione cittadina dell'organizzazione internazionale alt-labour che si propone di migliorare le condizioni di lavoratori e lavoratrici del settore tecnologico.

L'organizzazione invita programmatrici, rider, magazzinieri, ingegneri, sistemiste, grafici, copywriter, personale di servizio e di cucina a diventare protagonisti per cambiare il modo in cui (non) funziona l'industria tecnologica in Italia e per affrontare questioni cruciali come body rental, smart working, gender gap, cooperative, RSU e vertenze partendo dal punto di vista di chi tutti i giorni lavora con la tecnologia.

Interverranno Simone Robutti (TWC Berlino), Mario Grasso (UILTuCS), Claudio Di Mambro (FIOM) e Manuel D'Orso (IWW Italia)

@lavoro

🕒 28 ottobre, 16:30 - 28 ottobre, 19:30
📍 Casa del Parco, Roma, Lazio
mobilizon.it/events/a8699818-d…

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Nokia, l’azienda finlandese che produce smartphone e altri sistemi per le telecomunicazioni, ha annunciato che entro il 2026 licenzierà fra gli 11mila e i 14mila lavoratori, cioè oltre il 13 per cento dei suoi dipendenti. L’azienda intende tagliare i costi fra 800 milioni e 1,2 miliardi di euro dopo un calo dei profitti trimestrali di oltre il 70 per cento rispetto all’anno scorso. I risultati negativi sono dovuti principalmente a un rallentamento della domanda nel mercato delle telecomunicazioni. L’amministratore delegato Pekka Lundmark ha detto che diminuire i costi «è un passo necessario per adeguarsi all’incertezza del mercato».

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Lavoro precario? Lo studio dice che morirai prima. Secondo uno studio svedese, le probabilità di morire prima sono del 20-30% più alte.

@lavoro

Cattiva paga, bassa sicurezza del lavoro, nessun sindacato dei lavoratori. Sembra il tuo lavoro? Allora sono guai seri

«Abbiamo tre ipotesi principali. Il primo è la deprivazione materiale. Poi la maggiore probabilità di infortunarsi perché il proprio lavoro è più pericoloso. Infine c'è la probabilità che tu abbia comportamenti di vita scorretti, come diete, non avere tempo per fare esercizio, non avere tempo per dormire. E tutto ciò [porta ad una] alta probabilità di avere altre malattie.»

https://www.dw.com/en/precarious-job-study-says-youll-die-earlier/a-67065825?maca=en-rss_en_science-22531-xml-mrss

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Sentiamo parlare sempre più spesso della scomparsa del lavoro, dovuta all’automazione totale che verrà. È già qui, oppure sta per arrivare? Aspetta un secondo. Butto la pasta? La matematica, in realtà, nonostante l’estrema insistenza del marketing, non sembra offrire grandi certezze riguardo l’arrivo della singolarità, l’auspicata intelligenza superiore e autonoma dal genere umano.

È in questo contesto che nell’autunno scorso OpenAI ha rilasciato l’applicazione ChatGPT: un software capace di produrre, in risposta a una domanda, un testo spesso indistinguibile dagli scritti di una persona. È questa la strada verso l’automazione totale, dove i software e le macchine faranno tutto al posto nostro? La risposta sembra essere negativa, vista la quantità di falsità che producono e che chi vende abbonamenti a questi servizi si ostina a liquidare come “allucinazioni”: un termine pasticciato e relativo all’esperienza umana che confonde ancora di più la questione, invece che chiarirla.

L’antropomorfizzazione delle macchine e, viceversa, la meccanizzazione delle persone, hanno una lunga tradizione di cui è ormai forse impossibile rintracciare l’origine, ma che continua a scontrarsi con la realtà materiale che ci circonda. Noi non siamo macchine, come ho spiegato altrove, ma perché sappiamo con certezza che le macchine - sia quelle tangibili che quelle astratte - non potranno mai essere seriamente considerate né umane né intelligenti?

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POSTEL - Un data breach che danneggia i tech workers

@lavoro

«Come tech workers, riteniamo inaccettabile che un’azienda, peraltro già colpita 10 anni fa da un provvedimento del Garante della Privacy per violazione delle norme di protezione dei dati, non garantisca la sicurezza delle informazioni riservate dei propri dipendenti.»

Il post di @twcitalia

https://twc-italia.org/news/2023-08-22-postel-data-breach/

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Il voto dei Teamsters ratifica un nuovo accordo quinquennale con UPS e scongiura un possibile sciopero.
@lavoro
Oggi i lavoratori UPS hanno votato per ratificare un accordo quinquennale raggiunto dai negoziatori con l’azienda il mese scorso, che secondo il sindacato prevede “un aumento dei salari per i lavoratori a tempo pieno e part-time, la creazione di più posti di lavoro a tempo pieno e la garanzia di importanti tutele sul posto di lavoro, tra cui aria condizionata."

https://www.theverge.com/2023/8/22/23842236/teamsters-vote-ratifies-a-new-five-year-deal-with-ups-and-averts-a-possible-strike

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submitted 1 year ago* (last edited 1 year ago) by tired_n_bored@lemmy.world to c/lavoro@feddit.it
 
 

Lavoro con persone razziste, xenofobe, omofobe, sostenitori di Trump e Putin che spesso fanno commenti orribili e denigratori verso determinate categorie di persone. L'unico che si oppone su 20 persone circa sono io, ma è mentalmente stancante, a dire il vero adesso resto in silenzio senza dir nulla.

Cosa posso fare per non sentirmi a disagio? Preciso che non faccio parte delle categorie che insultano ma comunque fa male sentire certe cose.

Edit: grazie a tutti delle gentili risposte :)

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Lavoro: no al controllo a distanza. Sanzionata un’azienda per violazioni alla normativa privacy e allo Statuto dei lavoratori

@lavoro

Il rispetto della procedura di garanzia prevista dallo Statuto dei lavoratori e dal Codice privacy è requisito per la correttezza dei trattamenti dei dati personali dei lavoratori in azienda.
Le violazioni sono emerse dall’ispezione avviata dal #GarantePrivacy in collaborazione col Nucleo speciale tutela privacy della GdF

https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9913830

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Giro quest'articolo di Davide Piacenza letto sulla sua Culture Wars.

Sono abbastanza dibattuto su dove postarlo ma alla fine ho preferito questa comunità visto che si parla principalmente di diritti dei lavoratori. Forse potrebbe essere cross-postato anche su !eticadigitale@feddit.it o su !cinema_serietv@feddit.it?

“Era educato, includeva sempre”

Uscirà un remake di Biancaneve diretto da Greta Gerwig, la regista che ci ha appena regalato quell’onnipresente Barbie che, unito alla piacevole temperatura media di quarantadue gradi centigradi, sta rendendo più che gradevole questo luglio.

La stampa mainstream, dopo la diffusione delle prime immagini del prossimo film a opera dell’ineffabile Daily Mail, si è prevedibilmente gettata a pesce sul rifacimento «politicamente corretto» del classico Disney, dettagliando la polemica seguita alle scelte della produzione di rimpiazzare i sette nani con figure attoriali non-nane e improntate alla diversità etnica e di genere, nonché di levare di torno il principe, di modo che ora Biancaneve possa «salvarsi da sola».

Specularmente, di conseguenza, il nuovo bailamme socialmediale sul tema dell’aggiornamento di un’opera classica ha portato intere falangi progressiste a schierarsi a testuggine, preparandosi all’assedio: e allora vai col valzer di spiegazioni, anche puntuali, di come già la versione di Biancaneve dei fratelli Grimm fosse molto diversa dalla fiaba originaria; di distinzioni tra fiaba e favola; di inviti un po’ indignati a considerare che è normale che le storie si adattino ai tempi. Eccetera, eccetera.

Ora, sul tema personalmente mi sono già espresso altre volte: dal caso dell’espunzione dei termini “proibiti” dai romanzi per bambini di Roald Dahl in poi, fino a ciò che ne La correzione del mondo ho definito «effetto Biancaneve»: quella tendenza un attimo – ma proprio un attimo – morbosa di certo conservatorismo internazionale a ingigantire la portata e gli effetti delle versioni “rivedute” dei classici, inquadrandoli come più ampi piani di distruzione indiscriminata della tradizione occidentale.

Va precisato che nell’esempio a cui mi riferivo nel mio saggio si trattava del caso costruito attorno all’articolo apparso su una piccola e ininfluente rivista californiana, mentre qui abbiamo una milionaria produzione hollywoodiana finanziata da Disney; e sì, suona quantomeno ridicolo che la megacorporation dell’intrattenimento abbia commentato di aver rimosso i nani di Biancaneve in seguito a un «confronto con la comunità delle persone affette da nanismo»: chi sono i portavoce di questa comunità? Chi li ha individuati, e come? A che conclusioni ha portato il dialogo? Domande retoriche, ovviamente: basta dire di aver ascoltato e incluso, e il gioco è fatto.

Nel frattempo sul pianeta Terra, lontano dalle indignazioni e contro-indignazioni algoritmiche di Twitter, Instagram e TikTok, a Hollywood sta andando in scena il più grande sciopero delle maestranze del cinema e della tv che si sia visto da tempo: il Sag-Aftra, il sindacato degli attori, presentatori e addetti ai lavori dello spettacolo, è in agitazione da una settimana per una serie di richieste presentate all’associazione dei produttori hollywoodiani, la potente Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), di cui fa parte Disney.

Tra le altre richieste, come è stato riportato, figurano anche quelle di far rispettare il diritto a fare pause di lavoro sul set e di permettere agli attori e alle maestranze di avere sufficienti giorni di riposo: entrambe sono state rigettate senza tanti complimenti dagli studios.

A questo è bene aggiungere che Disney si è distinta per un approccio radicalmente antisindacale in quest’ultimo periodo, concretizzatosi in pressioni indebite su sceneggiatori e showrunner in stato di agitazione. Citando dal Manifesto:

Disney ha inviato una comunicazione agli showrunner avvertendoli che i loro impegni con lo studio continuano – «nonostante lo sciopero» – perché essendo dei produttori i loro compiti non sono legati alla scrittura.

Bob Iger, il Ceo di Disney, che guadagna più di 25 milioni di dollari l’anno, ha definito «molto inquietante» la sindacalizzazione in atto a Hollywood, e si è parlato di un presunto piano della (anche) sua Amptp di mandare sul lastrico gli sceneggiatori per poterli spremere meglio.

A fronte di tutto questo, come mi fa sentire che Disney abbia avviato un «confronto con la comunità delle persone affette da nanismo»? Beh, più o meno come uno lasciato a casa dal capitano d’industria di turno mentre quest’ultimo è in procinto di acquistare in comodità la sua sedicesima Ferrari, e che di lì a poco sente il commendatore far sfoggio di virtù in prima serata: questo è un modello che non inquina, sapete?

Quel che voglio dire è che oggi ci vuole poco, drammaticamente poco a mettersi a disquisire di Mammolo e Pisolo, rispondenza alle fiabe e pro e contro di schermaglie simboliche e culturali (lo fa settimanalmente persino una newsletter non poi così brillante di un tipo che conosco, figurati!).

Però va tenuto a mente che al di fuori di quei simboli c’è ancora, anzi soprattutto, il mondo reale: e se in quel mondo una multinazionale maltratta i suoi dipendenti o mette i bastoni fra le ruote alle loro lotte di riconoscimento salariale, non mi interessa nulla della sua presunta intenzione di (cito) «trovare nuovi approcci» a una storia di una principessa che mangia una mela avvelenata.

Perché i suoi «nuovi approcci» sono uno specchietto per allodole: le permettono di farsi bella davanti a una nicchia, nella migliore delle ipotesi, o di lucrare sull’eco dell’indignazione social che generano i prodotti “divisivi”, nella peggiore. Ma gli approcci veri e propri, quelli che contano davvero, rimangono gli stessi: quelli di un sistema che sfrutta le persone, le mastica e le sputa a suo piacimento. Un sistema che oggi ha sposato questi valori perché in questo momento gli conviene per arricchirsi, e domani ne sposerà di antitetici: saremo ancora lì a dire “bravo, com’è sensibile lei” all’ipotetico commendatore?

Altro che inclusione, altro che correttezza. Questa non è una fiaba, né tantomeno una favola: torniamo sulla Terra, il posto in cui fino a non molto tempo fa contava più quel che facevi che le virtù che sciorinavi.

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Stefano Olmastroni, un addetto alle pulizie, stava riordinando gli scaffali in un supermercato che vendeva prodotti agricoli a Firenze poco prima di morire il 13 luglio, quando l' Italia era nel bel mezzo di un anticiclone chiamato Cerberus che ha spinto le temperature oltre i 40°C.

All'inizio della giornata, il 61enne ha detto ai parenti che stava lottando per lavorare con il caldo e si sentiva pigro. Non vedeva l'ora di riposarsi nel suo giorno libero il giorno dopo.

Olmastroni, che aveva problemi di cuore, ha terminato il suo turno alle 15:00 ed è stato poi ritrovato accasciato nello spogliatoio.

"Quando l'hanno trovato, la temperatura nello spogliatoio era di 39 gradi", ha detto sua nipote, Sara Ndere Olmastroni. «È morto prima che potessero portarlo in ospedale.»

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Uno studio Ocse/Oecd è il primo a vedere le prime conseguenze reali dell’intelligenza artificiale su lavoro e lavoratori. Per ora nessun problema, ma lo scenario sta cambiando velocemente e bisognerà attrezzarsi, secondo gli studiosi, per evitare problemi a lavoratori e diseguaglianze

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Non sorprende vedere Microsoft tagliare ancora una volta il personale, oltre ai circa 10.000 lavoratori licenziati all'inizio di quest'anno. Il gigante della tecnologia sta tagliando il personale di vendita, che di solito è una delle aree che le aziende tecnologiche tendono a ridurre quando i budget vengono ridotti. Reclutamento, marketing e ruoli a contatto con i clienti sono altre aree comunemente interessate quando i negozi di tecnologia decidono di tagliare i costi.

I recenti licenziamenti di Crunchbase ne sono un buon esempio. In un foglio di calcolo che la piattaforma di dati aziendali ha rilasciato in concomitanza con i suoi recenti tagli al personale.... (continua)

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Più tecnologia, meno umanità. Il video del Fronte dei lavoratori delle piattaforme digitali dell'Ecuador – FrenApp

@lavoro

La falsa autonomia dei #techworker, la mancanza di regolamentazione delle aziende in #Ecuador e la sordità delle imprese alle richieste dei lavoratori: ma tariffe, bonus pioggia, supplementi notturni, e assicurazione furto si possono ottenere.

https://fedd.it/techw1

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Ecco il testo del sociologo Antonio Casilli che interverrà oggi alla giornata di dibattito presso il Monk di Roma dal titolo «C’è vita oltre il lavoro», organizzata da Tlon.

La mappa globale che emerge dalle nostre ricerche attesta la costituzione di un vero e proprio un esercito industriale composto principalmente da persone tra i 20 e i 30 anni (ma anche quarantenni e pensionati nei paesi del Nord). In alcuni paesi, la maggioranza è costituita da donne con figli a carico che accettano di essere pagate meno di due euro all’ora. Anche nel Sud globale, questi salari non sono sufficienti per una vita dignitosa. IL FENOMENO è strettamente legato alla disoccupazione e all’economia informale. I micro-lavoratori hanno regolarmente un livello di istruzione superiore alla media del loro paese, ma non riescono ad accedere al mercato del lavoro e guadagnano realizzando «micro-task», ovvero brevi progetti retribuiti pochi centesimi.

CONTINUA QUI

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Controllo a distanza dei lavoratori: rischi sanzionatori di una violazione dello Statuto dei Lavoratori

@lavoro

In caso di mancato rispetto della previsione dell’articolo 4 co. 1 dello Statuto dei lavoratori si profilano due responsabilità di diversa natura: penale del datore di #lavoro, inteso quale rappresentante legale della Società, e amministrativa dell’ente derivante dalla violazione della normativa #privacy. Facciamo chiarezza

https://www.cybersecurity360.it/legal/privacy-dati-personali/controllo-a-distanza-dei-lavoratori-rischi-sanzionatori-di-una-violazione-dello-statuto-dei-lavoratori/

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Ho la fortuna (?) di appartenere a quelle persone che da febbraio 2020 hanno potuto usufruire del lavoro da remoto senza limiti (cambiando 3 lavori nel frattempo), e soprattutto in periodi come quello primaverile ne ho spesso approfittato per lavorare dai parchi che mi ritrovo intorno a casa.

Quello che non ho mai trovato, purtroppo, è il modo per farlo comodamente: lavoro con un portatile, la cui batteria non è mai un problema, e fino ad ora l'ho sempre fatto o su una panchina o seduto per terra nel prato.

Qualcun* di voi usa invece sedie pieghevoli o standing desk telescopici (sembrerei un babbo forse, ma sarei supercomodo), o altri modi??

Grazie!

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Molti lavoratori, attivisti per i diritti dei lavoratori e persino il controllore della città affermano che la paga minima - poco meno di $ 18 l'ora - non è abbastanza per coprire i costi della vita a New York o i costi per essere un fattorino. Le società di concerti basate su app affermano che la sentenza causerà conseguenze indesiderate per i lavoratori e un portavoce di DoorDash ha dichiarato a TechCrunch che "il contenzioso non è fuori discussione".

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Il "futuro delle professioni" e le "professioni del futuro"

@lavoro

"Quale sarà il futuro delle professioni, e come si disegnerà, nei prossimi anni, il professionista del futuro? Ne parliamo a margine di un libro di Susskind."

Di Giovanni #Ziccardi sul suo blog

https://ziccardi.ghost.io/il-futuro-delle-professioni-e-le-professioni-del-futuro/

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Meta è pronta a presentare ricorso contro la decisione del tribunale del Kenya che lo dichiara il principale datore di lavoro dei moderatori che esaminano i contenuti sulle sue piattaforme nell'Africa sub-sahariana.

Meta ha presentato ricorso contro la sentenza emessa la scorsa settimana sulle ordinanze emesse a marzo . Ciò avviene dopo che 184 moderatori lo hanno citato in giudizio e il suo partner per la revisione dei contenuti nell'Africa subsahariana, Sama, per presunta risoluzione illegale dei contratti. I moderatori affermano inoltre che Majorel, il nuovo partner di moderazione del gigante dei social media nella regione, li ha inseriti nella lista nera su istruzione di Meta.

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